WORKS


Xanto

Galleria Nuova Pesa  – 2018

LA BATTAGLIA AL FIUME
OMERO ILIADE XXI CANTO

Ma quando giunsero al fiume dalle belle acque, allo Xanto impetuoso, figlio di Zeus immortale, qui Achille divise i Troiani, e alcuni li spinse in pianura, verso la città, là, fuggendo, si riversarono e davanti a loro, per trattenerli, Hera diffuse una nebbia fittissima; si accalcavano gli altri al fiume dalle onde d’argento e con grande fragore vi caddero, risuonarono terribilmente le acque profonde e le rive all’intorno: trascinati dai gorghi, in disordine nuotavano essi, gridando. Allora l’eroe divino abbandonò sulla riva la lancia, appoggiata alle tamerici, e si lanciò simile a un dio, con la sola spada nel pugno e nel cuore pensieri di morte; colpiva tutt’intorno, si levava straziante il gemito dei feriti, l’acqua era rossa di sangue. Si adirò il fiume in cuor suo e tra sé meditava come fermare Achille glorioso e dai Troiani stornare il disastro. Gonfiò, allora, le acque, il fiume, furente. Un’onda si levò intorno ad Achille, paurosa, sullo scudo si rovesciava l’acqua, premendo; ed egli non poteva star saldo sui piedi. Fuggiva incalzato dal fiume che, dietro, lo inseguiva con grande frastuono, e tutte le volte che Achille dai piedi veloci si voltava per affrontarlo, la grande onda del fiume divino si rovesciava sulle sue spalle, ribollendo di schiuma, cadaveri e sangue. Gettò un grido la dea Hera, temendo per Achille, che non lo spazzasse via il grande fiume dai gorghi profondi, e subito si rivolse a Efesto suo figlio, ed Efesto suscitò un prodigioso incendio. Nella pianura dapprima divampò il fuoco e bruciava i cadaveri che vi giacevano a mucchi, i guerrieri uccisi da Achille; inaridì la pianura, si fermò l’acqua lucente. Poi verso il fiume rivolse il dio la fiamma splendente. Bruciavano gli olmi, i salici e i tamerischi, bruciava il loto e il giunco e il cipero che crescevano fitti lungo le belle acque del fiume; soffrivano anguille e pesci, che nei gorghi, tra le onde, guizzavano da ogni parte stremati dal soffio di Efesto ingegnoso. Il fiume era in fiamme. Come legna secca, così bruciavano le belle onde, bolliva l’acqua. Immobile, il fiume non scorreva più. Poi, Efesto spense il prodigioso incendio, si ritirarono le acque, rifluirono nel loro corso. La furia dello Xanto fu vinta.

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Xanto

Galleria Nuova Pesa  – 2018

LA BATTAGLIA AL FIUME
OMERO ILIADE XXI CANTO

Ma quando giunsero al fiume dalle belle acque, allo Xanto impetuoso, figlio di Zeus immortale, qui Achille divise i Troiani, e alcuni li spinse in pianura, verso la città, là, fuggendo, si riversarono e davanti a loro, per trattenerli, Hera diffuse una nebbia fittissima; si accalcavano gli altri al fiume dalle onde d’argento e con grande fragore vi caddero, risuonarono terribilmente le acque profonde e le rive all’intorno: trascinati dai gorghi, in disordine nuotavano essi, gridando. Allora l’eroe divino abbandonò sulla riva la lancia, appoggiata alle tamerici, e si lanciò simile a un dio, con la sola spada nel pugno e nel cuore pensieri di morte; colpiva tutt’intorno, si levava straziante il gemito dei feriti, l’acqua era rossa di sangue. Si adirò il fiume in cuor suo e tra sé meditava come fermare Achille glorioso e dai Troiani stornare il disastro. Gonfiò, allora, le acque, il fiume, furente. Un’onda si levò intorno ad Achille, paurosa, sullo scudo si rovesciava l’acqua, premendo; ed egli non poteva star saldo sui piedi. Fuggiva incalzato dal fiume che, dietro, lo inseguiva con grande frastuono, e tutte le volte che Achille dai piedi veloci si voltava per affrontarlo, la grande onda del fiume divino si rovesciava sulle sue spalle, ribollendo di schiuma, cadaveri e sangue. Gettò un grido la dea Hera, temendo per Achille, che non lo spazzasse via il grande fiume dai gorghi profondi, e subito si rivolse a Efesto suo figlio, ed Efesto suscitò un prodigioso incendio. Nella pianura dapprima divampò il fuoco e bruciava i cadaveri che vi giacevano a mucchi, i guerrieri uccisi da Achille; inaridì la pianura, si fermò l’acqua lucente. Poi verso il fiume rivolse il dio la fiamma splendente. Bruciavano gli olmi, i salici e i tamerischi, bruciava il loto e il giunco e il cipero che crescevano fitti lungo le belle acque del fiume; soffrivano anguille e pesci, che nei gorghi, tra le onde, guizzavano da ogni parte stremati dal soffio di Efesto ingegnoso. Il fiume era in fiamme. Come legna secca, così bruciavano le belle onde, bolliva l’acqua. Immobile, il fiume non scorreva più. Poi, Efesto spense il prodigioso incendio, si ritirarono le acque, rifluirono nel loro corso. La furia dello Xanto fu vinta.